Sirena Mitì

Per questo terzo appuntamento in cui riportiamo miti e leggende italiane, ci spostiamo nelle Marche per raccontarvi un’altra bella storia.
La leggenda della sirena Mitì.


Vicino ad Ancona, in un luogo a ridosso del mare, viveva la più bella ragazza del paese. Figlia di un pescatore, una notte sognò di vedere arrivare una barca condotta da un bellissimo giovane che, sceso a riva, la invitò a seguirlo per mare, chiamandola “mia sposa”. Mitì, questo il nome della ragazza, rimase molto turbata dal sogno e da allora, prese l’abitudine di contemplare il mare al tramonto, ogni sera, cantando una dolce melodia dedicata a quel misterioso ragazzo.

Benché molti giovani del paese tentarono di chiederla in moglie, lei rimase fedele all’atteso sposo che sperava arrivasse dal mare. Un giorno, finalmente, apparve a quell’orizzonte una barca sulla quale svettava fiero e affascinante, l’uomo tanto atteso. Quando lui arrivò a terra, lei gli corse incontro entusiasta ma lui la scansò, dicendole che era lì per la sua amata Azzurrina. Infatti ecco apparire una bella ragazza ad abbracciarlo.

I due fidanzati salirono in barca prendendo il largo. Mitì, devastata dal dolore e dalla delusione, non si diede per vinta e si buttò in acqua cercando di raggiungere a nuoto l’imbarcazione. Nuotava e cantava la sua canzone, disperata, nel tentativo di attirare l’attenzione di lui.Sparì al largo ma da quel momento, i pescatori cominciarono a parlare di una bellissima ragazza ricoperta di squame e dal canto più dolce che orecchio umano avesse mai potuto ascoltare.

Il Mazzamurello

Di storie straordinarie ne abbiamo in ogni dove, in Italia.Leggende, miti, racconti popolari, ci consegnano un’eredità fantasy “naturale”. Ve ne proponiamo alcune, regione per regione. Per questo secondo appuntamento, restiamo ancora in Abruzzo.

IL MAZZAMURELLO [o “mazzamarelle”]
È una creatura che abita i boschi abruzzesi e marchigiani. Quel fruscio, quei piccoli rumori secchi e improvvisi, quella sensazione di non essere soli… è lui a procurare tutto ciò. Pare che la sua presenza sia benefica e che abbia un compito ben preciso: è un intermediario tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Si dice sia latore di messaggi da parte di persone care che non ci sono più. Può avere anche un avvertimento da comunicare per un imminente pericolo, oppure segnalare la vicinanza di un tesoro. Quando va a cercare la persona a cui recapitare il messaggio, ne infesta la casa. Cerca di comunicare picchiettando contro le pareti, provocando scricchiolii più o meno forti.

Lo stesso nome indica questa attività: “mazza” (colpo) e “murello” (muro). Succede che quando avvertiamo questi rumori però, cerchiamo di ignorarli perché inspiegabili e quindi inquietanti. Questo ostinarsi a far finta di niente, sembra irriti molto il folletto che infine, indispettito e stanco, procura inspiegabili sparizioni e rotture di oggetti vari.

Quindi, abruzzesi e connazionali che avete sentito raccontare di queste creature, ricordatevi di loro quando siete a casa, alla prossima sparizione di chiavi che “fino a un attimo fa erano lì”.

La Pantafica

Di storie straordinarie ne abbiamo in ogni dove, in Italia.Leggende, miti, racconti popolari, ci consegnano un’eredità fantasy “naturale”. Ve ne proponiamo alcune, regione per regione. E ovviamente, cominciamo dalla nostra, l’Abruzzo.


La leggenda della PantaficaIl suo nome si sussurra ancora con un certo timore nelle vecchie case abitate dai nostri anziani.La “Pantafica” (o Pantafrica e Pandafeche), è una strega dall’aspetto spaventoso che disturba il sonno. Si posiziona sopra il petto del malcapitato addormentato e gli tappa la bocca con le mani.Inutili le spiegazioni dei medici che parlano di apnee notturne: non c’è abruzzese, anche tra le nuove generazioni, che almeno una volta nella vita, non la citi per raccontare di aver avuto uno di questi episodi.

Pare che la Pantafica, quando è stanca di infastidire gli umani, si diverta a fare delle curiose trecce alle criniere dei cavalli. In alcune parti della regione, si dice che per tenerla buona, bisogna dormire con un fiasco di vino vicino al letto. Il buon umore che la strega ne ricava, la distrae dal tormento che tanto le piace dare agli umani.


Chissà se Ubiquitas ne incontrerà una, nelle sue avventure?